Perché i dati doganali sono nel mirino

Nella catena logistica moderna la “frontiera” è in gran parte un flusso di dati: dichiarazioni conformi al EU Customs Data Model (EUCDM), messaggi digitali tra operatori e autorità, profili di rischio costruiti su informazioni preventive. Per un criminal hacker, quel flusso è prezioso: contiene valori, codici merce (HS/TARIC), origini, destinatari, rotte e tempistiche, tutti elementi che consentono di mirare i carichi più appetibili o di creare distorsioni contabili e amministrative. L’UE, in coerenza con il WCO SAFE Framework, ha alzato il livello della sicurezza richiedendo dati anticipati e valutazioni di rischio sempre più granulari, ma proprio questa centralità del dato rende evidente perché l’integrità informatica oggi sia parte della compliance doganale quotidiana. 

Dagli attacchi ransomware al fermo terminal

Quando un attacco informatico colpisce i sistemi gestionali o le interfacce digitali della logistica, dai TMS e WMS ai canali EDI e ai Port Community Systems, l’effetto a catena è immediato: prenotazioni annullate, dichiarazioni bloccate, svincoli sospesi. È ciò che accadde nel 2017 a Maersk con l’attacco NotPetya, che paralizzò terminal in tutto il mondo e causò perdite stimate fino a 300 milioni di dollari. Ma il vero rischio oggi è nei dati doganali: un’alterazione dei master data (EORI, anagrafiche, codici TARIC, origini, valori) o una violazione delle credenziali può generare dichiarazioni incoerenti, messaggi falsi o filing incompleti. Con l’introduzione di ICS2 – Import Control System 2, l’analisi di rischio avviene prima dell’arrivo delle merci, quindi ENS errate o mancanti producono alert e blocchi preventivi. Dal 1° aprile 2025, con l’estensione dell’obbligo anche a strada e ferrovia, la conformità dei dati è diventata cruciale: un singolo errore può tradursi in ritardi, controlli aggiuntivi e costi di re-filing difficili da recuperare.

Rischi per spedizionieri e mittenti

L’impatto non è solo “IT”. Una violazione può portare a furti mirati (le rotte e i contenuti ad alto valore diventano più individuabili), a contestazioni tributarie per errori indotti su classificazione, origine o valore, a ritardi che generano demurrage/detention e penali contrattuali. ENISA segnala inoltre che il trasporto è tra i settori più colpiti da campagne di ransomware e doxing (esfiltrazione e pubblicazione di dati), con trend in crescita nel periodo 2024-2025: un incentivo in più a trattare i dataset doganali come asset critici, non come semplice “burocrazia digitale”.

Il perimetro doganale europeo si fonda sul WCO SAFE, basato su dati anticipati, valutazione del rischio e collaborazione pubblico-privata (AEO). ICS2 ne rappresenta l’evoluzione tecnologica, con controlli più mirati già prima dell’ingresso delle merci. A completare il quadro arriva NIS2, che impone a molte realtà del trasporto e della logistica misure di sicurezza informatica, gestione del rischio e incident reporting: non tutte sono incluse, ma chi opera su scala ampia o gestisce infrastrutture critiche deve adeguarsi.

Come ridurre il rischio senza bloccare l’operatività

La priorità, oggi, è mettere al sicuro l’integrità e la tracciabilità dei dati doganali, perché un errore o un blocco informatico può paralizzare l’intera filiera. Proteggere i sistemi significa gestire con attenzione gli accessi, separare le aree più sensibili, cifrare le informazioni e verificare la coerenza tra documenti e dichiarazioni prima dell’invio. È altrettanto importante avere copie di sicurezza aggiornate, procedure di emergenza per garantire la continuità operativa e test periodici per capire come reagire in caso di attacco. Non si tratta di burocrazia digitale: dove i processi sono chiari e le responsabilità ben definite, i danni si riducono e le spedizioni non si fermano.

Il ruolo di EAAMS per la sicurezza

EAAMS opera al fianco di aziende esportatrici, importatori e spedizionieri per prevenire errori di dati e mantenere la tracciabilità lungo l’intero ciclo dichiarativo. Questo significa: presidio della qualità dei dati (classificazione, origine, valori) prima del filing; verifica di completezza e coerenza dei messaggi ICS2/ENS e delle pratiche correlate (notifiche preventive, certificazioni, allegati tecnici); supporto operativo in caso di stop o richieste integrative dovute a incoerenze o indisponibilità dei sistemi; gestione del riallineamento documentale post-incidente, riducendo i tempi di ripartenza e l’esposizione a costi accessori. L’obiettivo è trasformare la cybersecurity da minaccia trasversale a vantaggio competitivo: spedizioni leggibili, pratiche solide, meno sorprese in linea di controllo. 

Nel 2025 la sicurezza della supply chain passa dai bit: se il dato doganale è integro, disponibile e verificabile, i controlli scorrono; se è manipolato o indisponibile, si ferma tutto. Le regole SAFE e i sistemi ICS2 hanno innalzato l’asticella, mentre NIS2 spinge le realtà più strutturate a standardizzare le difese. EAAMS aiuta le imprese a “ingegnerizzare” questa complessità nella pratica quotidiana: qualità dei dati, filing puntuale, risposta disciplinata agli incidenti. È qui che si vincono i tempi, si evitano i fermi e si protegge il business.

EAAMS: efficienza e professionalità dalla parte del cliente

L’obiettivo di EAAMS – attiva da oltre 40 anni nel settore della logistica, delle spedizioni internazionali e dell’assistenza fiscale e doganale alle imprese operanti in Italia – è da sempre quello di rendere più snelle e sicure le procedure relative a qualsiasi tipologia di movimentazione mediante la gestione di ogni adempimento burocratico e fiscale.

EAAMS – il team di esperti nelle spedizioni nazionali ed internazionali – è infatti in grado di offrire un servizio specializzato e personalizzato per soddisfare qualsiasi particolare esigenza del cliente e per garantirgli sempre i più elevati standard di sicurezza.

In questo modo è possibile operare sempre nel massimo rispetto delle normative più recenti e poter immettere in totale sicurezza i propri prodotti sul mercato.

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