Il nuovo regolamento UE 2025/2083

La fase definitiva del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), il nuovo strumento dell’Unione Europea contro la “fuga del carbonio”, ossia lo spostamento delle produzioni in Paesi con normative ambientali meno severe, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026.

Le imprese che importano in UE determinati beni ad alto impatto emissivo come acciaio, alluminio, cemento, fertilizzanti, elettricità, idrogeno, dovranno calcolare e dichiarare le emissioni incorporate nei prodotti e restituire certificati CBAM equivalenti al prezzo del carbonio europeo.

L’obiettivo è duplice: garantire condizioni di concorrenza e ridurre globalmente le emissioni di CO₂, rafforzando la transizione ecologica dell’UE.

Il 17 ottobre 2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Regolamento (UE) 2025/2083 che modifica il Reg. (UE) 2023/956. Si tratta di un pacchetto di semplificazione parte del progetto “Omnibus”, volto a ridurre gli oneri amministrativi e rendere il CBAM più accessibile soprattutto per PMI e operatori minori.

Queste le principali modifiche introdotte:

Obblighi principali dal 1° gennaio 2026

Gli operatori dovranno rispettare nuovi adempimenti stringenti:

I settori interessati e i cambiamenti per le imprese

Nella fase iniziale, il CBAM riguarda beni e settori ad alto impatto ambientale, tra cui: Siderurgia e alluminio (semilavorati, prodotti finiti e materie prime); Cemento e prodotti derivati; Fertilizzanti e prodotti chimici collegati; Produzione elettrica; Idrogeno e derivati.

In futuro, la Commissione potrà estendere il perimetro ad altri prodotti.

Per le imprese europee e italiane le implicazioni sono concrete, a partire dalla necessità di adeguare i sistemi di contabilità ambientale e i processi doganali; effettuare la revisione dei contratti di fornitura con Paesi terzi per integrare i costi del carbonio; maggiore tracciabilità delle catene di approvvigionamento; rischio di sanzioni elevate in caso di difformità nelle dichiarazioni.

Le PMI beneficeranno della soglia di esenzione, ma dovranno comunque monitorare le proprie importazioni per non superare i limiti.

Il CBAM non è soltanto un nuovo adempimento burocratico: è un pilastro della politica climatica e commerciale europea. Dal 1° gennaio 2026 diventerà una realtà vincolante per tutti gli importatori. Prepararsi per tempo è fondamentale: significa evitare rischi, ma anche cogliere un vantaggio competitivo in un mercato che premia trasparenza e sostenibilità.

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